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... E ritorno a casa - Racconto & immagini (10)

  • aa1269
  • 20 nov 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

(p. 208) Al villaggio di Rum, scritto «Ramm» in Google Maps, la strada finì. Oltre c’era la sabbia solcata dalle tracce dei Toyota – molti dei quali senza targa – che portavano i turisti nei luoghi di pernottamento dentro il deserto reso epico dal film Lawrence d’Arabia di David Lean. Pensai che se non fossi stato solo e la Toyota fosse stata meno carica avrei seguito queste tracce fino chissà dove. E invece sedetti all’ombra della veranda di un negozio che vendeva di tutto affacciato sulla strada principale all’inizio del paese. Osservai a lungo gli avventori.

Arrivò un gruppo di bambini vestiti a festa. Mi ricordò il termine del Ramadan e l’inizio dell’Eid ul- Fitr, la festa di tre giorni in onore della fine del digiuno.

Più tardi, una bambina dagli occhi dolcissimi si avvicinò ed estrasse una caramella dal sacchettone di plastica pieno di dolcetti che teneva appeso al braccio e me la porse. Presi la caramella e sorrise. Salutò con la manina e se ne andò con la sorella, che sembrava una zingara. Era più grande della bambina di almeno cinque anni e indossava una gonna ampia e lunga, un gilet di jeans e una camicetta bianca con le maniche a sbuffo.

Arrivarono due gemelle adolescenti. La loro tunica turchese lasciava scoperti i jeans all’altezza del ginocchio; il foulard bianco avvolgeva il mento e la testa.

Venne il turno di un maschietto assieme a quattro bambinette tutte uguali con i capelli neri che sfioravano le spalle, un basco alla Lady Gaga e un vestitino grigio peltro lucido dello stesso tessuto sintetico del basco. Il bambino era elegantissimo: indossava una papalina islamica in cotone e sopra la thobe immacolata portava un cinturone in cuoio nero incrociato sul petto e dotato delle asole per le finte munizioni e della fondina per la finta pistola.

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